A TU PER TU CON UNO SCRITTORE … IVANO MINGOTTI
Buon pomeriggio a tutti cari lettori e seguaci… no non
esageriamo ..lettori , rubyniani ahahhaha comunque torniamo seri.. c’è un social
molto bello per chi come me è amante dei libri, che si chiama Anobii e un
giorno mi arrivò un messaggio di un utente dove diceva se avevo voglia di
leggere un incipit del suo libro . Io ne fui lusingato e accettai volentieri e visto che oggi si pubblicano libri a dir poco inutile come le " 50 sfumature" e altre idiozie è giusto secondo me dare visibilità a qualcuno che scrive delle cose sensate e che ha talento.
Lui si chiama Ivano Mingotti26 anni vive a Macherio (MB)
e ha pubblicato Storia di un boia (2009, kimerik), Solo gli
occhi (2010, kimerik), Stati Uniti d'aspirina (2011, zona), Sotto un sole nero
(2011, DeD'A), Nebbia (2014, DeD'A) e Il cenotafio di Simon Petit (2014,
Leucotea)
Il libro in questione si chiama “Il Cenotafio di Simon
Petit” e sono rimasto molto colpito da dalla sua scrittura , dal suo pathos e
gli ho chiesto se gentilmente poteva dedicarmi parte del suo tempo per un’
intervista per parlare di lui , del suo libro, e di cosa vuol dire oggi essere
uno scrittore in italia. Ho voluto dedicargli uno spazio sul mio blog perché ne
vale veramente la pena , è un giovane che ha talento e quindi ho deciso di
dedicarli uno spazio sul mio blog. Simon è un violinista molto tormentato ed
eclettico ; un giorno questa ragazza s’innamora di lui , ne trascina la storia
e dal proprio punto di vista lo seguirà nella perdizione.
Ciao Ivano . Ho letto tanti libri e mi sono sempre chiesto
dove uno scrittore trae ispirazione per le sue opere. Tu dove l’hai trovata?
In realtà non è mai un elemento preciso ad ispirarmi.
Piuttosto la compresenza , in un determinato evento , di una sensazione e di
una circostanza mai provata prima : ecco la novità di un qualcosa di sentito mi
spalanca le porte a un nuovo mondo . poi se quella sensazione particolare ,
costruisco l’intera impalcatura.
Quindi il tuo obiettivo è , diciamo, scrivere qualcosa di
originale?
Assolutamente . Penso che per definizione , l’autore non
possa prescindere dall’originalità ; che sia stilistica o tematica.
Molto spesso il protagonista è una sorta di alter- ego dello
scrittore , è anche nel tuo caso? Quanto c’è di Ivano nel protagonista del
romanzo?
In realtà amo pensare di riuscire ad impersonare il o la
protagonista senza “sporcarlo o sporcarmi”, insomma lasciando le due vite
distinte e separate. Amo pensarlo soprattutto per il fatto che i miei
personaggi sono costruiti nel “subire “ gli eventi , che così li plasmano
psicologicamente. Però non posso negare che inconsciamente , qualcosa di mio ci
sia per forza : in fondo è pur sempre la mia base emotiva e la base razionale.
Il titolo da dove nasce ?
In realtà è collegato al finale del libro , quindi direi che
, decisamente , non posso svelarlo.
Quindi leggiamo tutti il libro per capire cosa significa il
titolo del libro , che a mio avviso è molto poetico.
Nel tuo romanzo vengono descritti bellissimi paesaggi , ti
sei ispirato a qualche luogo in particolare?
Penso che come tutti i paesaggi che ho descritto , anche
negli altri romanzi , siano tutti frutto della mia esperienza ; frutti che
vengono poi miscelati nel creare qualcosa di nuovo , attraverso l’immaginazione
. Penso ai campi delle mie passeggiate pomeridiane , o ai boschi, alle città
d’arte : insomma , il mondo si ricrea dentro chiunque lo guardi
La musica è una componente fortemente nel romanzo? E nella
tua vita che rapporto hai con la musica?
Cerco di circondarmi sempre di musica , e poco prima di
scrivere mi ritrovo sempre , per cercare la giusta concentrazione
d’immergermici. In più devo , aggiungere ho studiato musica fin dalla tenera
età per imparare a suonare il clarinetto
( che insomma non deve essere molto facile n.d.r)
Durante la lettura del incipit che mi hai mandato sono
rimasto molto colpito da una frase ..”ero ubriaca di lui”.. Ma come si fa ad
essere ubriachi di una persona ?
Diciamo che il mio stile è molto basato sulla poesia e sulla
poeticità in genere , ed essere ubriachi di qualcuno era una metafora . Un po’
come dire “ sei la mia droga “ alla persona amata , ma un poco più intenso , e
con un senso diverso . Quando siamo ubriachi siamo confusi , persi ,
sragioniamo , eppure siamo felici pieni , nel vero senso della parola .
Ti sei ispirato a un poeta in particolare ? Qual è il tuo
poeta preferito?
In realtà no, ho espresso solo la mia poeticità. Forse anzi
certamente, ci sono stati effetti inconsci delle mie letture poetiche , ma
leggo più narrativa che poesia , nonostante stimi moltissimo i poeti.
Soprattutto quelli italiani per esempio Quasimodo e Ungaretti.
Parliamo un po’ di te . Cosa vuol dire essere uno scrittore
in italia oggi?
Vuol dire senz'altro
combattere con tre fenomeni pericolosi e dilaganti.
Il primo è la sopra estimazione pubblicitaria , che rende
difficile , a chi non ha un grosso editore alle spalle di farsi spazio.
La
seconda è il mito del grande fratello e degli opinionisti, che ha reso la gente
sicura che la propria opinione dev'essere impressa sugli altri, perché preziosa
ed unica.E questo, soprattutto per gli esordienti, ma credo anche per gli
scrittori affermati, è un bel problema: ti ritrovi insultato e criticato da
gente che non conosce l'ambito, né ha le basi per criticare. e che, spesso, si
copre con ''l'opinione'' per poter insultare gratuitamente, perché l'altro è un
''personaggio pubblico'' e quindi ''deve accettare''.
La terza è, senz'altro,
l'omogeneità della letteratura odierna, impacchettata in prodotti tutti uguali
e stereotipati, pronti alla vendita.Insomma, chi è fuori dai canoni è
difficile da promuovere
Quindi un lavoraccio ..ma una persona che legge questa tua affermazione direbbe ..allora perché lo fai visto che incontri tante difficoltà?
Perchè le cose belle compensano e superano le brutte,
certamente: il contatto con i lettori, il confronto, il conoscere persone
nuove. e poi il potersi esprimere liberamente ed essere apprezzato per ciò che
si esprime; insomma, l'essere letti ed apprezzati. è una cosa fantastica.
e comunque credo ci sia una spinta inarrestabile in 'chi
scrive': il bisogno di essere letti e di scrivere, soprattutto, è troppo forte
per essere accantonato.
Io ho letto l’incipit ma sicuramente leggerò questo libro e
le altre opere come spero facciate anche tutti voi cari lettori.
Adesso vi saluto e facciamo un in bocca al lupo a Ivano…
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